Mi sono sentita molto onorata quando una mattina Renato mi contatta per dirmi che Salvatore desidera che scriva alcune parole di presentazione al suo libro fotografico.
Conosco Salvatore da poco tempo, e questo mi avvantaggia per quello che mi accingo a fare ora, perché mi permette di essere più obiettiva.
Ci siamo conosciuti ad una mostra pittorica attraverso il nostro comune amico.
Salvatore è dietro la sua macchina fotografica, il sorriso educato, pacato, i modi garbati ed eleganti.
Ed è così che sono le sue fotografie.
Immagini delicate e forti allo stesso tempo, gentili ed oneste, mai banali, o invadenti, a volte ironiche nei contrasti tra oggetti e persone.
I volti e i corpi di donne sono finalmente rispettati, la maternità, la dolcezza dei bambini, la durezza di giovani divenuti adulti troppo in fretta, le profonde rughe di grandi vecchi dagli sguardi arcani e distanti.
Questi sono i suoi soggetti preferiti. Luoghi e visi che raccontano storie. Questi luoghi parlano, raccontano storie lontane, di mondi lontani e allo stesso tempo vicini a noi. Questi visi esprimono e si aprono a spazi interiori, conosciuti e sconosciuti, ed una luce risplende in queste immagini.
Ritroviamo in questi volti qualcosa di noi, ritroviamo la condizione di esseri umani, la semplicità e la verità della quotidianità, lo specchio di una vita interiore fatta di emozioni, di vissuto.
Dietro a questi volti c’è sempre una storia, ordinaria e straordinaria insieme, è la storia dell’uomo, è la storia del mondo. Nasce la curiosità di sapere di più di loro, di seguirli o di domandare loro qualcosa.
Perché i tuoi occhi sono tristi? Perché ridi? Dove stai andando? Vorremmo conoscere le loro vite e cosa faranno dopo.
Sono i mondi paralleli al nostro mondo occidentale, vicini e lontani, antichi e moderni. È un mondo di colore. Sono i colori, i contrasti dei colori che danno struttura, che creano la forma, che danzano e attivano la nostra attenzione.
Penso ai ritratti della scuola veneta del ’500, a Tiziano, ma ancora di più a Lorenzo Lotto a quella intensità di espressione del volto unita al colore unico e vivo. La fotografia coglie l’attimo, è il fugace che si immortala e si lega da quel momento al per sempre. Un gesto, un sorriso, uno sguardo si fissano.
Quanta fiducia ci vuole in chi ti sta ritraendo in quel per sempre. Il ritratto è un dialogo, uno scambio tra il fotografo, l’artista e il soggetto del ritratto. Chi scatta la foto sa accogliere un segreto dell’anima, lo custodisce per riportarlo al mondo, in questo caso con cura, amore e rispetto.
L’occhio è solo un organo, così come una macchina fotografica è solo uno strumento, per creare arte l’occhio deve essere educato al bello e al vero, e deve essere collegato al cuore, all’anima di chi scatta.
L’arte è arte quando ci fa riflettere e trovare, o ritrovare, qualcosa di noi nell’altro. Salvatore credo sia riuscito perfettamente con questi scatti nel suo intento. Questa è bellezza che parla al cuore, al cuore del mondo.
La presentazione di Susanna Tugnoli

Rispondi