UNA VITA CON I LIBRI, UNA VITA PER I LIBRI…
Ho sempre avuto voglia di leggere e da bambino ero un lettore vorace! Ero certamente facilitato dal fatto che nel mio paesino nel centro della Sicilia le distrazioni e le occasioni di svago erano poche. Sì è vero si stava molto per strada e si giocava in giro per il paese con gli amici ma la lettura era un’altra cosa! Leggere ti dava la possibilità di «conoscere», di viaggiare e di fantasticare! Leggevo di tutto e naturalmente molti giornalini a fumetti (Blek Macigno, Capitan Mick, Tex, Il Piccolo Ranger, Topolino, Zagor, ecc.). Leggevo anche libri che prendevo in prestito alla Biblioteca Comunale anzi per un po’ sono stato così assiduo frequentatore della biblioteca da diventare aiutante volontario della bibliotecaria! Andavo in biblioteca tutte le sere e conoscevo tutti i libri e la loro posizione all’interno degli scaffali. Avrei potuto continuare gli studi e sicuramente sarebbero stati letterari ma finito le medie mio padre mi ha detto che non avevamo le possibilità economiche per questo e così ho smesso di studiare e sono andato ad aiutarlo in campagna! Dopo un anno e visto che non mi rassegnavo, ho avuto la possibilità di frequentare una scuola professionale presso i Salesiani a Catania. Quando mi è stato chiesto che specializzazione volessi prendere non ho esitato ed ho esclamato: «Il linotipista»! Non sapevo bene cosa fosse, non avevo mai visto una linotype, avevo solo sentito i racconti di un amico più grande di me di qualche anno che frequentava la scuola tipografica a Palermo. Era il 1965. A quei tempi la tipografia era ancora quella tradizionale, rimasta praticamente immutata per quasi cento anni! Alla «Scuola Salesiana del Libro» ho preso dimestichezza con i «caratteri mobili» in piombo, con la composizione a mano, con l’impostazione grafica di un biglietto da visita, di un volantino ma anche di un manifesto funebre! I Salesiani prima di darti la possibilità di specializzarti (linotipista o stampatore) ti permettevano di conoscere l’intero ciclo di lavoro della tipografia (la composizione, la stampa e la legatoria). Il secondo anno si cominciava a prendere dimestichezza con la linotype. La linotype era stata inventata nel 1881 e permetteva di comporre una linea di caratteri (matrici) che permettevano la fusione di un’unica riga su una lega a base di piombo. Il linotipista doveva essere esperto nella battitura dei tasti della speciale tastiera, doveva conoscere le regole fondamentali dell’ortografia perchè la sillabazione era manuale! I testi dagli autori arrivavano per lo più manoscritti e spesso era difficile interpretare alcune parole. A pensarci adesso sembra tutto così banale eppure non sono passati tantissimi anni!
I libri erano di genere vario, i più disparati: dai romanzi ai trattati scientifici, alle biografie, alle antologie e spesso capitava che ci si appassionasse all’argomento cercando di seguire il discorso o la trama.
Quando nel 1969 mi sono trasferito a Bologna ho subito trovato un lavoro da linotipista e ho continuato lavorando a leggere dei libri. Un periodo abbiamo lavorato per la casa editrice Il Mulino e spesso le pubblicazioni, anche se ostiche, erano molto interessanti. In una di queste letture ho conosciuto il politologo Giorgio Galli e mi sono appassionato ai suoi scritti. L’ho ritrovato opinionista su «Panorama» e sono stato per molti anni suo fedele lettore. Ritagliavo dalla rivista la pagina con il suo articolo e ancora li conservo! Dovevo essere così coinvolto da parlarne spesso che mia moglie (allora la mia fidanzata) come regalo di San Valentino mi regalò un suo libro.
Continuavo a leggere nel lavoro ma soprattutto nella vita. Mi ero avvicinato alla politica e leggevo quotidiani e riviste! La televisione aveva preso piede già da diversi anni ed era diventata un formidabile strumento di informazioni!
Anche in tipografia era entrata prepotente l’elettronica con la fotocomposizione prima (diatronic, compugraphic, berthold, ecc.) e poi con il computer.
Ho vissuto, con entusiasmo, tutti i passaggi convertendomi di volta in volta alle nuove tecnologie. I testi non arrivavano più manoscritti o dattiloscritti ma gli autori digitavano i testi e ti mandavano i file da impaginare. La linotype era entrata nei libri di storia o faceva bella mostra in qualche museo.
I libri sono sempre più belli e pieni di colori e di foto (per i contenuti non so giudicare!). A me è rimasta intatta l’emozione di vedere un libro stampato!
Alcune pagine del mio libro fotografico “Uno sguardo sul mondo”. Chi fosse interessato può contattarmi















© Testi e foto di Salvatore Lumia – Riproduzione riservata
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