Mi sono avvicinato alla fotografia più di 40 anni fa e l’intento era quello di documentare e registrare momenti ed eventi che mi sarebbero serviti, in futuro, a rinnovare il ricordo e le emozioni provate. Erano momenti importanti della mia vita, il lavoro, la famiglia, i bambini… e le occasioni fotografiche erano tante. Mi sono subito appassionato e ho sentito il bisogno di ampliare le occasioni fotografiche. Presto, come tanti altri a quei tempi, mi sono avvicinato al bianco e nero e soprattutto alla camera oscura. Ci passavo le mie ore libere e la magia di vedere emergere l’immagine si rinnovava tutte le volte. La pellicola aveva un suo fascino e fare le foto era più complesso di adesso. Bisognava avere delle basi tecniche (l’esposizione, la messa a fuoco, la profondità di campo, la risoluzione, ecc.) e si scattava senza vedere subito il risultato. Si aveva meno possibilità di scattare tante foto perché la pellicola costava. Col tempo ho potuto constatare che la quantità di foto “buone” era molto più alta di quelle che si producono con il digitale. Per fare un esempio, ho fatto un viaggio in Marocco, nel 1998, e ho scattato 432 diapositive, 72 negativi a colori e 144 negativi in bianco e nero (648 foto in totale). Tempo fa le ho scansionate e sono riuscito a selezionare circa 150 foto “buone”. Adesso, in un viaggio, si scattano 600 foto al giorno che per un viaggio di 10 giorni sono 6000 foto ma al momento di selezionarle si è fortunati se si riesce a sceglierne 150. Comunque scatto in digitale e ho abbandonato le macchine analogiche, che adesso fanno bella mostra in una vetrinetta, e sostituito la camera oscura con il computer. Ogni tanto mi prende la malinconia, mi piacerebbe caricare un rullino, scattare le foto, magari in bianco e nero, svilupparle e stamparle in camera oscura ma poi mi accorgo che più che un desiderio è un sogno ed esco con la mia digitale!
La foto è stata scattata nella Valle dell’Ourika, in Marocco, nel 1998.
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